Progetto castagneto

Il Castagno è un albero a foglie caduche molto longevo e robusto, che può raggiungere i 25-30 m di altezza.
Il castagno, dalle origini millenarie, era un tempo diffuso in gran parte della penisola italiana.

Ma solo a partire dall’800 a.C. circa è diventato albero da frutto domesticato. Si è poi abbondantemente diffuso un po’ dovunque nei boschi luminosi ed abbastanza umidi, su suoli non calcarei.

Le castagne hanno una storia antichissima e hanno sempre avuto una grande importanza nell’alimentazione dell’uomo.

I Greci chiamavano il Castagno “pianta del pane” e i Romani introdussero la coltivazione in Italia.
È nel Medioevo però che le castagne divennero un elemento integrativo e sostitutivo del grano come farina o come frutto da minestra al pari di legumi e fave.

 

Fino agli anni ’50 nelle zone rurali, anche in Brianza, i castagneti erano fonte di ricchezza per le famiglie e le castagne rappresentavano spesso l’unico alimento sostanzioso per i lunghi mesi invernali. Se ne coltivavano diverse specie tra le quali i famosi “marroni”.
I contadini tenevano accuratamente pulito il sottobosco da ramaglia e foglie che si usavano come strame per i giacigli degli animali. In settembre/ottobre, quando i ricci maturi cadevano a terra, cominciava la raccolta che impegnava l’intera giornata.
Gli scarti venivano lasciati ai maiali e niente era sprecato. Le castagne si consumavano subito oppure subivano dei trattamenti per prolungarne la conservazione. Un sistema frequentemente usato era quello della “novena”: si immergevano le castagne in vasche colme d’acqua per nove giorni, si scartavano man mano quelle che venivano a galla e, al nono giorno, si estraevano quelle restanti e si lasciavano essiccare in un locale asciutto.

Oggi?

Oggi la castagna nella nostra Brianza non viene più coltivata ed è diventata un “semplice frutto autunnale”, che è sempre piacevole raccogliere durante le passeggiate nei boschi quando il paesaggio naturale si tinge di calde tonalità.
Le castagne vengono disperse da ghiri, scoiattoli, topi, cornacchie e ghiandaie per dispersione zoocora.

Dal punto di vista nutrizionale, contengono carboidrati, glucidi, proteine, grassi, vitamine e sono dunque molto caloriche. Fresche si possono consumare lessate o arrostite sulla brace (caldarroste). Vengono anche utilizzate per la preparazione di marmellate e con la farina derivata dal frutto essiccato si possono fare ottimi dolci (castagnaccio). I “marroni” vengono utilizzati in pasticceria per fare i gustosissimi “marrons glacés”.

castagno

Perché sostenere il progetto castagneto?

Perché le nostre amiche api sono molto ghiotte dei fiori di castagno. Aumentare il numero di esemplari, significa avere più cibo per gli insetti impollinatori, con aumento direttamente proporzionale della biodiversità.

Perché il castagno è una pianta autoctona della Brianza che vogliamo proteggere e preservare per la sua valenza nutrizionale e la sua versatilità in ambito gastronomico.

Perché permette una diversificazione della produzione agricola e un aumento del reddito dei piccoli agricoltori, anche in modo indiretto e connesso.

Bianco Kira nasce nell’autunno del 2024.
Dall’amore per gli animali, per le piante e dal rispetto per ogni forma di vita. 

castagno
castagno
castagno

SCOPRI COME SOSTENERE BIANCO KIRA

farfalla 2 - Sostieni Bianco Kira
farfalla 1 - Sostieni Bianco Kira
farfalla 2 - Sostieni Bianco Kira
farfalla 1 - Sostieni Bianco Kira